Saturday, October 9, 2010

Tropical Zamami 座間味

Strizzata tra due tifoni (il primo alla destinazione, fino al giorno prima della mia partenza, e il secondo qui alla base, fino al giorno prima del rientro), la mia vacanza di settembre è stata un ultimo-minuto ben riuscito. Trascorro 5 giorni nuovamente a Okinawa, o meglio in una delle isole minori, nella più assoluta pace, con temperature tra 29 e 32 gradi, accompagnata da un sole splendente e dedita al relax più assoluto.

Così come per Niijima, anche per raggiungere l'arcipelago delle Kerama Islands, piccoli pezzetti di terra ad alcune miglia dall'isola principale Okinawa, ho dovuto fare i conti con orari e tabelle dei traghetti. Ma, diversamente da come era accaduto per Niijima, stavolta avevo pianificato anche i voli in base ai collegamenti marittimi. Dunque, primo giorno arrivo e spendo la giornata nella spiaggetta (brutta e con una vista ancora più brutta) di Naha in attesa che partisse la mia nave. Niente giri turistici per la città, perchè tanto la conosco per filo e per segno. Un'ora di traghetto mi porta invece all'oggetto dei miei desideri, ovvero spiagge bianche e acque cristalline. Viste dall'alto dell'aereo, ma anche a distanza ravvicinata dalla nave, molte delle isole non sono altro che una pennellata di bianco su una superficie dalle tonalità infinite di blu e verde, strisce sabbiose dai contorni sbiaditi a formare un alone più chiaro tutt'intorno. Finalmente la Okinawa che volevo vedere, finalmente la Okinawa che non teme il confronto con Honolulu o Tahiti o Cuba!

Zamami è l'isola principale di un gruppo di circa una decina di isolette,solo 4 abitate, caratterizzate da vegetazione fitta e rigogliosa, lunghe spiagge, fauna marina che fa invidia alla barriera corallina australiana. Tanto belli sono qui i fondali che la gente deserta le spiagge in funzione di un tour guidato per immersioni memorabili...risultato: loro hanno foto grandiose di pesci pagliaccio, tartarughe, mante, coralli,mentre io ho le spiagge tutte per me. Le Kerama islands mi ricordano fortemente Ogasawara, e, seppur paradisiache, non reggono a mio parere il confronto con con queste ultime. Non so, sarà la cosa dell'amore a prima vista, sarà la dura traversata di 25ore in nave per arrivarci, però io a Ogasawara ci ho lasciato il cuore.

Benvenuti in paradiso.

Zamami, dicevamo. Il villaggio, quello nel cui porto attraccano le navi provenienti da Naha, conta una manciata di abitanti ed è costituito da 6 strade che si incrociano, non tutte asfaltate. E' come essere giunti in un passato lontano quando si arriva qui, dove il tempo scorre lento,dove la gente saluta animosamente chiunque la incontra al proprio passaggio, dove il ciclo della vita si adegua a quello della natura, una natura fatta di grandi fiori di ibisco dai colori magnifici. Tutte le case sono a pian terreno, circondate da muretti e i loro ingressi protetti da una immancabile coppia di shisar, i cani leoni, e tutte hanno piantati attorno buganvillea e ibisco che strabordano sulle strade, banane e papaya e altre piante a me sconosciute. Ognuno coltiva quel che può, ognuno vive come può, tutti si aiutano l'un l'altro come fossero una unica grande famiglia.

L'isola conta molte spiagge, una più bella dell'altra, ma purtroppo solo due di esse sono aperte ai bagnanti (solo in Giappone è possibile avere delle risorse e non godersele), di cui una si trova sul lato ovest e di conseguenza è l'unica da cui si possono ammirare i tramonti sul mare, tra l'altro molto belli per via dell'assetto insulare che caratterizza l'arcipelago.

L'altra è la spiaggia più famosa, quella affollata di gente armata di pinne e boccaglio che vuole osservare i pesci. Solo però un pezzetto di spiaggia è "privatizzato", e un lungo tratto è sempre vuoto, seppur magnifico, per via della minore quantità di vita subacquea. Indovinate dove mi sistemo io per tutta la durata della vacanza.....
A un capo della costa, un cartello enorme vieta di farsi il bagno in quell'area. Dannazione. Io mi spingo fino lì, e mi dispero, soffro per quel che vedo: un piccolo pezzetto di sabbia candido, fine come la polvere di una clessidra, acque basse e calme color zaffiro, silenzio...Una passerella di sabbia, a un pelo sotto la superficie dell'acqua, consente di camminare fino a raggiungere un'isola un centinaio di metri più in là. Eppure, no, non si può accedere, stando a quanto le regole impongono....(e qui bestemmie in 13 lingue)

Pazienza allora,siamo positivi e accontentiamoci di ciò che ci viene offerto....del resto il lato di spiaggia che mi sono scelta è deserto abbastanza da poter prendere il sole anche in topless, se si volesse, e lontano abbastanza dalla massa di bagnanti schiamazzanti da permettermi di concentrarmi solo sul rumore delle onde che si infrangono sulla sabbia mista ai coralli pietrificati.

Vacanza baciata dalla fortuna, mi trovo sull'isola durante la notte di luna piena, e proprio per quella notte era stata organizzata una festa, credo un grandissimo evento mondano per il villaggio. Sul palco giovani venuti niente meno che da Naha si sono alternati nell'esibirsi in danze e musiche tipiche della cultura di Okinawa. A me è finita a socializzare con un gruppo di giappi ubriachi felici di offrirmi birre e awamori a volontà, per intercessione di Momo, una delle poche persone capace di parlare inglese che organizza tour per immersioni intorno all'isola e che mi ha aiutata moltissimo.

A un passo dal paradiso.

Un giorno lo trascorro nell'isola vicina di Aka, distante 10minuti in barca. Stesse spiagge e stesso mare che a Zamami, seppur un gradino inferiore nella scala di valutazione, si ripete la stessa storia di prima: molte spiagge, ma una sola è aperta. Ovviamente è la più bella dell'isola. E bella lo è davvero. Qui conosco Dai, uno dei tre bagnini che controllano il pezzo di spiaggia adibito alle attività marine. Mi spiega che ne vale della mia sicurezza fare il bagno entro l'area delimitata, mi avvisa della presenza di barche di pescatori (come se io non fossi in grado di vederle da me....), mi chiede di tradurgli alcune parole italiane in giapponese....
Un improvviso lampo, seguito da un tuono annuncia la presenza di nuvoloni neri che si avvicinano minacciosi. Il mare cambia colore improvvisamente, si increspa leggermente, arriva la pioggia scrosciante tipica dei temporali estivi. Ho giusto il tempo di meravigliarmi della bellezza del luogo, anche sotto la pioggia, quando il sole già ha ripreso a splendere come se nulla fosse mai accaduto.

Se Zamami dà l'impressione di un villaggio immerso nel passato, Aka è ancora più arretrato e qui la vegetazione è padrona incontrastata di ogni centimetro di terra. Un ponte di recente costruzione, unico elemento a testimonianza del superamento dell'età della pietra, collega Aka con l'isoletta di Geruma e che continua fino a collegare una terza isoletta su cui si trova solo una pista di atterraggio per aerei (probabilmente per le emergenze).

L'uscita dal paradiso.

Il giorno della mia partenza era prevista pioggia. Lascio l'isola in tarda mattinata, soddisfatta della mia abbronzatura, rilassata, contenta per come fosse andata la vacanza, e mi preparo per un pomeriggio caldo a Naha,dove cammino in compagnia di una signora gentilissima che dal porto mi accompagna chiacchierando del più e del meno fino al centro, fino a raggiungere la famigerata Kokusaidori. Il viale infestato di negozi e ristoranti pullula di vita, è bello ritrovarsi nuovamente in mezzo alla civiltà, è bello passeggiare ancora per i marciapiedi assolicchiati, entrare e uscire da miriadi di negozi di souvenir, visitare Heiwadori, concedersi allo shopping...Pranzo con un gelato allo yogurt da Yogurtland, faccio gli ultimi acquisti e mi dirigo nuovamente all'aeroporto per, ahimè, tornare a casa.

Fatti curiosi 
Una storia d'amore. Si racconta che un cane di nome Shiro coprisse a nuoto la distanza di circa 4km da Aka a Zamami ogni giorno per incontrarsi con la sua innamorata, cagna di nome Marylin, che si era trasferita per via del suo padrone, non curante della fatica e del sacrificio necessari. Oggi, sia a Zamami che a Aka, è possibile ammirare un monumento ai due animali, a memoria della loro grande storia d'amore.
Il mito della solitudine. Di fronte a Zamami vi sono due isolette ,disabitate, con spiagge da restare a bocca aperta. Essendo disabitate, stavo pensando di trovare un modo per raggiungerle, magari pagando qualche pescatore di passaggio....in realtà non sono deserte per nulla visto che esistono "servizi di taxi", tra le altre cose per un minimo di due persone (forse, se riuscissi a sdoppiarmi....) per coloro che vogliono provare l'esperienza di trovarsi "soli"....uhm.....io ho visto una decina di persone ogni giorno su ogni isola, addirittura organizzati per passare lì la notte. Bene, i miei sogni di una vacanza in topless sono svaniti in un secondo.
Upgrade. Qui a Tokyo il mio giapponese è considerato "joozu" (buono). ancora a Naha era tale. A Zamami è improvvisamente diventato "umai" (ottimo)...
Perfezione imperfetta. I giapponesi sono capaci di rovinare, con le loro regole, anche la più perfetta delle vacanze. Già non capisco perchè le spiagge non sono accessibili....poi, mentre mi godevo la mia solitudine nel mio angolo di spiaggia, mentre esponevo al sole quanta più pelle possibile, mentre mi tuffavo in quelle acque cristalline, doveva esserci sempre qualcuno tra i bagnini che, in sella a una moto d'acqua (quindi innervosendomi parecchio con il rumore) mi raggiungeva per dirmi che in quella parte di mare non era possibile fare il bagno...può essere pericoloso...ma di là ci sono coralli più belli....ecchecc!!!!

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Squeezed in between two typhoons (the first one at the destination, one day before my departure, and the second one here at the base, the day before my return), my September vacation was a well done last-minute. I again spent 5 days in Okinawa, or actually in one of the smaller islands, in absolute peace, with temperatures between 29 and 32 degrees, accompanied by a shiny sun and devoted to total relax.

As it was for Niijima, to reach the Kerama Islands, small pieces of land some miles away from Okinawa main island, I had to struggle with the ferries schedule. But, as it did not happen in Niijima, this time I planned even the flights based on the maritime connections. Well, the first day I arrive and spend the day in Naha's small beach (ugly, with an even uglier view) waiting for the boat to leave. No tours in the city, because I know it well already. Just one hour by ferry, and I reach the object of my dreams, which is white beaches and crystal waters. Seen from above, or also from the boat, many of the islands are just a brush stroke of white on a surface of infinite shades of blues and greens, are sandy striped with faded borders. Finally the Okinawa I wanted to see, finally the Okinawa that is not afraid to compete with Honolulu or Tahiti or cuba!

Zamami is the main island of a 10-something group of islands, only 4 of which inhabited,and its peculiarities are thick and luxuriant vegetation, long beaches, marine life to make the Australian coral reef envious. So beautiful is the ocean bed here that people skip the beaches in favour of some guided diving tour of memorable dives....result: they have great photos of fish, manta rays, turtles, corals...while I have the beaches all for myself.

The Kerama Islands strongly remind me of Ogasawara, and , even though as nice as paradise, I think they can't compete with these latter islands. I don't know, may it be the love at first sight thing, may it be the long 25hours by boat to get there, but I left my heart in Ogasawara.

Welcome to paradise.

Zamami, we were saying. The village, the one at whose port all boats from Naha arrive, counts a handful of inhabitants and is made of 6 roads crisscrossing each other, not all of them pare paved. It's like being arrived in a past past when one arrives here, where time flows slow, where people greet warmly anybody passing by, where the cycle of life follows he cycle of nature, a nature made of big hibiscus flowers of marvelous colors. All the houses are one-floor high, surrounded by walls out of which flowers and plants fall over onto the streets, the main entrance protected by the usual couple of shisar, the lion dogs, and all have bananas or pawpaws or all sorts of unknown plants in their gardens. Everyone grows what they can, everyone lives as best as they can, everybody helps one another as in a whole big family.

The island has got countless and stunning beaches, but just two of them are open for swimming (only in Japan one can have resources and not being able to enjoy them), one of which is on the West side and is the only one where one can watch the sunsets on the sea, very beautiful among the other things thanks to the inner islands asset.

The other one is the most popular beach, the one crowded with people armed with snorkel and fins willing to see fish and marine life. But only one small part of beach is "privatized", while a longer stretch is always empty, and yet wonderful, because of the presence of less submarine life. Great!Guess where I spend all my time....
On one side of the coast, a huge panel states that in that area swimming is forbidden. Damn!I walk over there and I suffer, I fall in despair for what I see: a little piece of candid sand, fine grained like the powder sugar, shallow and calm sapphire water, silence...There's a sandy walkway a few inches deep, along which is possible to walk and reach an islet close by. But no, this part is forbidden, based on the rules...(am swearing in 13 languages at this point)

Alright, then let's think positive and let's get content with what we can get...after all the part of beach where I am is empty enough to sunbathe topless, if one wanted, and far enough from the lively crowds that I can concentrate only on the sound of the waves crashing on the shore of sand mixed with stoned corals.
A bliss vacation, I am on the island during a night of full moon and right that night the village had arranged a festival, very likely a big event for the people. On stage youngsters came all the way from Naha performed in Okinawa dances and songs. I ended up socializing with a bunch of drunk Japanese who were happy to offer beer and awamori, through Momo, one of the very few people in the village able to speak English and who helped me a lot.

One step away from paradise

I go spend one day in the neighboring island of Aka, 10 minutes by boat away. Same beach and same water as Zamami, but just a tiny bit lower in the scale of beauty, with same story as before: lots of beaches but only one open for swimming. Obviously it's the most beautiful in the island. It is indeed.There I met Dai, one of the three life guards watching the area. He explains that for the sake of safety, my safety, I better swim in the area delimited by the signs, he even tells me to pay attention to a boat with fishermen (as if I couldn't see it myself...) and he asks me to translate some Italian words into Japanese...
Suddenly a lightening, followed by a thunder, announces black clouds coming towards us. The sea changes color immediately, it gets rougher, the strong rain typical of the tropical summer storms comes. I just have the time to wander about the beauty of the place even in the rain, when the sun shines again as if nothing had ever happened.

If Zamami gives the idea of a village in the past, Aka is even more remote and the plants are the only owners of every centimeter of land. Unique element to confirm the island is way further the sone age, a bridge connects Aka with the small island of Geruma and goes through it to again connect this island with another smaller one where is just a landing lane (probably for emergency flights).

Leaving paradise

The day of my departure is supposed to be rainy. I leave the island late in the morning, satisfied for my sun tan, relaxed, happy about how the whole vacation went, and I gear up for an hot afternoon in Naha, where I walk together with a nice woman who,chatting about random stuff, escorts me from the port to the city centre, to reach the popular Kokusai dori. The large boulevard of shops and restaurants is bustling, and if feels good to be back again into civilization, it's nice to walk again the sunny pedestrian sides, to go in and out shops, to visit Heiwadori, to concede oneself to shopping....My lunch is a Yogurtland's ice cream, I wrap up my possessions and I head again to the airport to, sigh, go back home.

Fun Facts
A love story. They say a dog named Shiro swam, without considering sacrifice and fatigue, the 4km distance between Aka and Zamami every day to meet with his lover, a female dog named Marylin, that was taken to a different island. Today in both Zamami and Aka is possible to see a monument to the dogs, to let posterity know of their love story.
The tale of solitude. In front of Zamami are two little islands, un-inhabited, with breathtaking beaches. As un-inhabited, I was thinking to find a way to go there,maybe asking some random fisherman passing by...Truth is, they're not deserted at all, because "taxi service" exists for those who want to try the experience of being "alone", for a minimum of 2 people (so, then, if I managed to double myself...). I saw some ten people a day in those islands, even organized for the night. Alright, my dreams of a vacation in topless bikini faded away in a second.
Upgrade. Here in Tokyo my Japanese is considered "joozu" (good). In Naha too. In Zamami in became "umai" (very good)...
Imperfect perfection. The Japanese are capable of ruining, with their rules, even the most perfect of the vacations. I don't understand, firstly, why beaches are not accessible....but also: I was enjoying my solitude on an empty stretch of beach,exposing as much skin as possible to the sun, dipping into those crystal waters, when one of the life guards on a water bike (the noise of which I found really annoying) comes to me saying that in that part of beach swimming is not allowed...and that it can be dangerous....and that there's much nicer corals over there than here....wtf!!!



















2 comments:

  1. ok le foto da catalogo vacanze e di te in stile sport illustrated, ma una è un'orca? Trattasi di Free Willy?
    ;)
    P

    PS in effetti wordpress è molto meglio di spaces

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  2. Trattasi di balena. Quest'isola è famosa per i passaggi di balene in inverno/primavera e hanno ben pensato di realizzare una scultura in ferro da apporre al porto come simbolo....ma le dimensioni e proporzioni sono un 'pochettino' alterate.

    PS ci vuole molto poco per essere meglio di spaces.....

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