Wednesday, February 16, 2011

Surprise surprise

Più volte ho sottolineato il fatto che i giapponesi hanno questo modo tutto particolare di stupirsi di fronte a qualsiasi cosa. C'è dietro una spiegazione, a mio parere, che intenerisce e allo stesso tempo fa capire quanto i fattori culturali e sociali possano influenzare questo popolo.

Ogni fatto nuovo, evento inaspettato, ogni sorpresa, suscita nel giapponese un moto di meraviglia e stupore di quelli che si vedono solo nei bambini e che tuttavia vengono persi durante il processo di crescita verso l'individuo adulto, privo di immaginazione, automa sociale. Quando siamo grandi tendiamo a considerare tanti eventi straordinari come ordinari, anzi spesse volte non ci accorgiamo neanche di cosa accade attorno a noi, di quanto bello sia l'osservare un treno che curva, l'arcobaleno, la forma delle nuvole (vedi qui), le foglie mosse dal vento. I giappi invece, non smettono di strillare, ridere, meravigliarsi con espressioni fanciullesche ogni qualvolta se ne presenta l'occasione. Accompagnano lo stupore con espressioni facciali eloquenti già di per sè, non credono ai loro occhi, ci pensano e ci ripensano anche molto tempo dopo, non riuscendosi a spiegare il perchè, parlano tra se e se increduli.

Questo loro continuo fanciullismo è dovuto a cosa?Sicuramente è dovuto al fattore kawaii, secondo cui tutto è, a loro dire, carino. Secondo fattore importante è l'infanzia, di fatto, negata. Dentro ogni giapponese vive infatti un bambino, quel bambino che ognuno di loro è stato ma che è dovuto crescere troppo presto per via delle pressioni sociali, pressioni che spesso sono esercitate in prima istanza proprio dai genitori.
Ma loro conservano dentro sè questo piccolo alter ego per sempre, come quando li vedo con i loro videogiochi, i loro giornaletti, le loro manie di collezionismo, i loro modellini, eccetera.
Vanno in giro con i pupazzetti appesi al cellulare, fanno foto degli stessi fiori di ciliegio che vedono ogni anno a primavera, sghignazzano tra di loro quando commettono una gaffe....

Ci insegnano qualcosa i giapponesi. Ci insegnano che è possibile convivere con il nostro altro io bambino, che si può sempre guardare il mondo con gli occhi di chi lo ha visto per la prima volta.

Ci fanno però pensare i giapponesi. Ci fanno pensare a quanto sia rigido il sistema dentro cui vivono, un sistema che li vede divisi tra scuola e attività extra-scolastiche prima, e tra lavoro e famiglia poi, un sistema che non prevede svaghi o distrazioni, un sistema incentrato sulla competizione, un sistema che aliena e svuota.

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I have mentioned several times how the Japanese have this peculiar way to be surprised about anything. There's an explanation behind, I guess, that softens and at the same time lets us realize how the social and cultural factors influence these people.

Every new fact, unexpected event, any surprise generates wonder in the Japanese, in a way we use to see in children. That way that is lost while growing to adults with no imagination, like social robots. When we are older we tend to consider a lot of extraordinary events as ordinary, actually many times we barely notice what happens around us, how nice a curving train, a rainbow, the shape of clouds, the leaves moved by the wind are (see here). On the contrary, the Japanese, can't stop smiling, wondering, screaming childishly every one and the other time. They accompany their surprise with face expressions that speak by themselves already, they can't believe their own eyes, they go back to think again to what happened with no capacity to explain why, they mumble loudly.

This continuous being childish is caused by what? Well, surely the factor kawaii for which everything is, by their saying, cute. Second important factor is the lack of, in facts, childhood. Inside every Japanese there is a child, that child all of them were but who had to grow up too fast due to the social pressure, a pressure that comes in the first place right from the parents.
But they keep this little self alive forever, evident when I see them with their video games, their comics,their manic of collecting, their models, and so on.
They walk around with cute straps dangling from their phones, they photograph every year the very same cherry flowers in spring, they giggle among friends when they make a mistake....

They teach us something, them Japanese. They teach us that living together with our baby self is possible, that we can always look a the world with the eyes of whom had seen it for the first time.

They make us think, them Japanese. They make us think of how rigid the system they live in is, a system that wants them divided between school and school activities first, and between work and family after, a system that doesn't allow distractions nor diversions, a system founded on competition, a system that alienates and hollows.

4 comments:

  1. Non a caso ecco il mito del giapponese che quando fa il turista si scatena con la macchina fotografica perchè tutto è nuovo/meraviglioso per il suo sistema :)
    P

    PS anche io in vacanza sono così :D

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  2. Esatto.....e anche per un altro motivo: il giapponese viaggiatore concentra in solo una settimana 7 destinazioni diverse, distanti, possibilmente in nazioni diverse. Ergo, per poter dimostrare di essere stato in tutti questi posti (a prescindere da quanti secondi in effetti ci ha trascorso), basta che si metta a fare fotografie a destra e a manca ed ecco che la prova del suo passaggio fa storia.

    Ma in effetti anche io sono come loro....e poi, con le macchine fotografiche digitali, chi vuoi che si preoccupi di quante foto facciamo???

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  3. Mmmmm mi sei d'ispirazione, oggi potrei piazzarmi in piazza Duomo a fare foto per i gruppi di turisti...
    Pensa non dovrebbero più fare il turno alla macchina fotografica per farsi le solite foto di gruppo, sicuramente un bisogno da soddisfare! Poi con le digitali è tutto più facile (e gli scatti si moltiplicano ;) ).
    P

    PS guarda che forse ti hanno trasferito in autonomia il blog di live su wordpress

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  4. Ah, si?Io ho gia' passato il mio vecchio blog a wordpress, ma ho deciso di non pubblicarlo....forse hanno cambiato le impostazioni....Grazie della nota :)

    In bocca al lupo coi turisti, fatti pagare!

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