Monday, March 26, 2012

Lifestyle -- Martial Arts - Arti Marziali

Una delle strade che porta alla conoscenza della cultura giapponese e' quella delle arti marziali, fusione di disciplina, rigore, forza fisica, e pace interiore.

Grossolanamente si possono individuare due categorie di arti marziali, quelle tradizionali e quelle moderne.

Le arti marziali tradizionali includono quelle discipline di combattimento utili ai samurai nelle battaglie, sia con sia senza armi. In questa categoria, tra le tante, si colloca l'arte della spada Kenjutsu (剣術), che altri non e' che una lunga serie di tecniche e esercizi su come utilizzare la spada in maniera efficace. Chi non ha sentito mai parlare di Katana (かたな), chi non ha mai visto il cartone animato di Lupin dove un zen-issimo Gemon usava la sua spada con destrezza e agilità fulminea…
Nel tempo la spada, da strumento di morte divenne un mezzo di perfezionamento spirituale, oggi mero oggetto di collezionismo.

Un' altra arte marziale tradizionale e' il Ninjutsu (忍術), ovvero tutto l'insieme di tecniche di combattimento o più che altro di sopravvivenza che formano il ninja, fondamentalmente spia e assassino. Fanno parte del ninjutsu discipline quali travestimenti, fughe, tiro con l'arco, medicina, esplosivi e veleni, mimetizzazione, raccolta di informazioni, elusione. Nella testa di tutti esiste l'immagine di almeno un ninja, che corre nella notte e si confonde con l'oscurità, nemico invisibile temuto per le sue armi letali.
E la fantasia di scrittori, registi, appassionati, amatori, fanatici di ogni tempo e' piena zeppa di samurai e ninja, le due figure leggendarie che hanno reso famoso l'oriente più di ogni altra cosa. 

Le arti marziali moderne, quelle che non vengono praticate certo per sopravvivenza, ma elevate a tecniche di preparazione mentale e fisica, sono principalmente judo, aikido, kendo e karate (seppure le categorie sono moltissime). Judo e aikido derivano entrambe dal jujitsu, quindi sono molte le similarità tra le due arti.

Il judo (柔道), o via gentile, e' un combattimento senza armi il cui obiettivo e' di atterrare l'avversario o di immobilizzarlo usando pressione su articolazioni di braccia o collo. La tecnica e' quella di usare la forza dell'avversario a proprio vantaggio piuttosto che opporsi ad essa.

Aikido (合氣道), o via dell'armonia spirituale, e' un insieme di tecniche di auto difesa basate su torsioni e atterramenti finalizzati a sfruttare il momento dell'avversario per dirigere la forza contro di esso. In questa disciplina si pone molta enfasi sul raggiungimento di uno stato di calma mentale e di controllo del proprio corpo al fine di gestire al meglio le mosse dell'opponente. Seppure l'aikido non e' una tecnica finalizzata all'uccisione, alcune mosse possono comunque essere fatali.

Kendo (剣道), o via della spada, e' una tecnica di combattimento base dell'allenamento dei samurai ma che oggi viene praticata per coltivare disciplina, pazienza e costruzione del carattere. Bisogna indossare protezioni a busto, polsi, una maschera per il viso, guanti per la spada (di legno) eccetera, ovvero una armatura leggera, così che anche durante i combattimenti, i colpi inferti all'avversario non sono letali , ne' tantomeno dolorosi. 
Infine, il karate (空手), o mani nude, e' forse l'arte marziale più conosciuta quando si parla di Giappone, sviluppatasi a Okinawa. E' un sistema di combattimento senza armi che prevede calci, colpi, bloccaggi con braccia e gambe.

L'obiettivo del karate e' quello di concentrare il massimo della potenza e della forza sul momento e punto d'impatto. Assieme ai combattimenti, nel karate e' facile avere anche campionati di forme, o kata, dove singoli partecipanti eseguono movimenti predefiniti che simulano difese e attacchi. 

Il karatè, come tutte le altre discipline orientali, pone l'accento su controllo mentale e rispetto, seguendo principi filosofici vecchi quanto lo stesso Giappone. Fondamentali sono i seguenti:
Aiki (合氣), o "energia congiunta" , e' descritta come il riuscire a sconfiggere l'opponente accompagnandolo nelle sue mosse, non solo in senso fisico di forza inferta, ma anche dal punto di vista mentale, cercando di intuire quello che pensa l'avversario e assecondarlo invece di contrapporsi a esso, col risultato di controllare le sue mosse e batterlo.
Un altro concetto comune a molte arti marziali e' l'attitudine, il carattere, o Kokoro (こころ), che viene interpretato come spinta interiore a migliorare se stessi per raggiungere la perfezione dell'arte.
E poi c'e' l'immancabile concetto di cortesia, o Rei (れい), emergente, ad esempio, dagli inchini che si scambiano i contestanti. Colui che sfoggia cortesia nel karate, ad esempio, sarà cortese anche nella vita, seppure cortesia non e' sinonimo di servilismo o modestia, perché quella non fa parte delle arti marziali: quando un karateka pratica le sue forme, o Kata, esprime sicurezza e fierezza. 

La giusta combinazione tra carattere e gentilezza e' l'armonia che aleggia al di sopra di ogni cosa.

E' da un po' di tempo che lavoro a un progetto. Si tratta di intervistare chi, tra i miei amici, pratica una di queste discipline, per capire come loro vivano il rapporto con l'oriente, se si adattano meglio alla società, se la loro passione li aiuta nell'integrazione e nella comprensione della cultura. Ci sono quasi, datemi ancora un po' di tempo per mettere assieme il materiale e poi vi sapro' dire cosa ne e' uscito fuori. Ho anche la testimonianza di un giapponese, perché e' anche bello vedere il punto di vista interno. E ho un ospite speciale, una video intervista interessante davvero.

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One of the ways to know Japanese culture is through martial arts, a fusion of discipline, strength, severity and calm.

Roughly one can divide martial arts into traditional and modern arts.

Traditional martial arts include those fighting techniques, either bare hand or with weapons, useful in battle to samurai. In this category, among many, is the art of the sword Kenjutsu (剣術), aka a long series of exercises and a bunch of techniques on how to use a sword effectively. Who hasn't heard the word Katana (かたな), who hasn't seen that cartoon where a very zen Gemon used his sword with impressive skills….
Later in time the sword, from being an instrument of death became a means of spiritual training, and today is a mere collection item.

Another traditional martial art is Ninjutsu (忍術), which is the whole set of fighting techniques, or I'd better say survival techniques, forming the ninja, a spy and an assassin, basically. Belong to ninjutsu camouflage, escape, archery, medicine, explosives and poisons, disguise, collection of information, avoidance. In everyone's imagination there is at least one ninja running in the night, blending into the darkness, an invisible enemy feared for his lethal weapons.
And here, too, the fantasy of writers, movie directors, fanatics, amateurs, is full of samurai and ninja, the two legendary characters that, alone, made the East famous more than anything else.

Modern martial arts are the ones not definitely used for survival, but they are rather elevated to become mental and physical training. Those are mainly judo, kendo, karate, aikido (although the categories and sub categories are many more).
Judo and Aikido both derive from jujitsu, and therefore they share some similar elements.

Judo (柔道), or gentle way, is a weapon-less fighting technique aiming at immobilizing the opponent by use pressure on joints, neck or arms. The technique is to use the opponent's force to own's advantage rather than fighting it.

Aikido (合氣道), or the way of spiritual armory, is a set of self-defense techniques based on twisting and knocking down the opponent using their momentum to direct all the strength against them. The emphasis is put on reaching a status of mental calm and control of own's body in order to successfully handle the opponent's moves. Although aikido doesn't aim to kill, some moves can be lethal.

Kendo (剣道), or way of the sword, is a basic fighting technique to the samurai training, but today practiced to cultivate discipline, patience and personality. One must wear protectors for upper body, wrists, a mask for the face and gloves for holding the sword (made of wood), so basically a light armor to make sure that while fighting throws are not fatal, nor painful. 
Finally, karate (空手), or empty hands, is perhaps the most known Japanese martial art and it was developed in Okinawa. It is a fight technique without weapons, made of kicks, throws, breaks with hands and legs.
The aim in karate is to concentrate the most power and strength on the instant and the point of impact. Together with the fight competitions, in karate they have forms, or kata, competition where single participants execute predefined movement simulating the offense and the attack.

Karate, like all other oriental martial arts, emphasizes mental control and respect, following as old philosophical principles as Japan itself. Following ones are fundamental:
Aiki (合氣), or joint energy, is described like the ability to defeat the opponent by accompanying him in his moves, not only in a physical meaning of applied force, but also mentally, trying to guess what the opponent is thinking and following him instead of fighting him, with the result of controlling his moves and win.

Another concept common to many martial arts is attitude, character, or  Kokoro (こころ), interpreted as an inner force aimed to self improvement in order to master the art.
Then the concept of courtesy, or Rei (れい), emerging for example from the bowing the competitors exchange in a competition. Who shows courtesy in karate, for instance, will be gentle also in life. That courtesy is not synonym of humbleness, nor submission. That is not part of martial arts: when a karateka practices kata, he is fierce and confident.

The perfect combination between character and courtesy is the harmony always floating around and on every thing.

It's been a while since I have decided to work on a fun project. It is about interviewing those friends of mine who practice any of those arts, to understand how they interact with the East, whether they are better adapting to society, whether their passion is helping them in their integration and in understanding Japanese culture. I am getting there, give me just some more time to put all I have together and I will be able to tell you a nice story. I even have collected the experience of a Japanese, because I thought it is nice to see things from an internal point of view. And I also have a special guest for a quite interesting video recording.


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